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film riservato alle scuole
Michel Ocelot
Un film di Michel Ocelot. Con n.d..
Titolo originale Azur et Asmar. Animazione, durata 94 min, colore - Francia, 2006 - .
Azur e Asmar locandina

In Europa una nutrice araba è al servizio di un nobile con il suo compito di allattarne il figlio, Azur. Anche lei ha un figlio, Asmar, che diventa inseparabile amico d’infanzia del piccolo nobile. Un giorno il padre di Azur decide di cacciare la nutrice e il figlio. Diventato un ragazzo Azur, affascinato dalle fiabe raccontate dalla nutrice, parte per l’Africa alla ricerca della fata dei jinn. Questa sarebbe prigioniera in un castello, in attesa di un coraggioso cavaliere in grado di liberarla e prenderla in sposa. Approdato sulle coste dell’Africa per un naufragio, Azur si trova immediatamente a dover fare i conti con i pregiudizi popolari. Infatti il colore dei suoi occhi, azzurro, per gli abitanti del posto è segno di sventura. La situazione lo costringe a fingersi cieco e ad affidarsi all’aiuto di un gobbo, Rospu, che diventerà la sua guida. Il viaggio dei due si compie tra mille avversità e scoperte fin quando, per caso, si imbattono nella nutrice che intanto è diventata una ricca e rispettabile mercante. Con lei vive anche Asmar, che riceve con freddezza e ostilità l’amico d’infanzia. I due, inizialmente poco solidali, dovranno superare le loro rivalità ed aiutarsi vicendevolmente per riuscire a raggiungere la fata dei jinn.

Uscito nelle sale nel 2006 Azur e Asmar prosegue quella che è una delle tematiche care al regista francese: l’incontro tra culture. L’inizio si apre con una nutrice araba che allatta sia il suo bambino sia il figlio del nobile per il quale lavora, avendo per entrambi lo stesso amorevole atteggiamento. La giovane nutrice non offre ai due bambini solo il latte del suo seno ma si preoccupa anche di farli partecipi di tutto il suo sapere: dalla lingua alle fiabe popolari. La figura della nutrice ha ruolo centrale nella storia. È lei che possiede la conoscenza delle due culture e grazie ad essa dapprima si arricchisce e poi aiuta Azur nel viaggio alla ricerca della fata dei jinn. Lei e poche altre figure, la principessina e il saggio ebreo, sono in grado di vedere e superare tutti i pregiudizi insiti nelle due diverse civiltà. Ma solo perché sono entrate in contatto, direttamente o indirettamente, con l’altra cultura. Ocelot costruisce una storia in cui tutti i personaggi riescono ad avere un percorso di emancipazione solo grazie all’incontro con il diverso, ma mantenendo ben presente e intatta la loro identità.