PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Un film di Fabio Paleari. Con n.d..
Titolo originale Bagnini e Bagnanti. Documentario, durata 75 min, colore - Italia, 2017 - EiE film.

Bagnini e bagnanti. Il regista Fabio Paleari sarà ospite all’arena per presentare il film al pubblico di Perugia. 

I bagnini italiani di ieri e di oggi, giovani e maturi, si raccontano al fotografo milanese Paleari, che insieme a Luca Legnani, sceneggiatore e produttore, gira per due anni le spiagge italiane. Davanti all’obiettivo si confessano, e tra aspirazioni, ricordi, risate, vanti di scappatelle, desideri, malinconie e flussi di coscienze spesso sgangherate sfila sullo schermo una galleria di personaggi che dice molto del nostro Paese.

Un documentario per capire chi siano i Baywatch all’italiana: stessi muscoli, zero divismo, molta attenzione da parte delle donne, pochi accenni di introspezione. Da Rimini e Riccione a Forte dei Marmi, da Fregene a Ostia, l’orgoglio di chi sceglie di trascorrere la vita – o una stagione – con vista mare, prendendosi cura dei bagnanti, attraversa lo Stivale.

Ragazzi e uomini che si danno da fare, in molti sensi. Da una parte la figura del confessore, il detentore dei segreti della spiaggia, il sacerdote dell’arenile “con il fischietto al posto della croce”. Dall’altra il latin lover indiscusso e incorreggibile, macho e maschilista, che racconta orge e gare di ragazze, tacche sull’ombrellone e maratone di sveltine, cabine dello scannatoio e prestiti di ragazze tra colleghi.

Il documentario di Paleari funziona proprio perché percorre entrambi i binari, sottolineando il grottesco della deriva sessuale e sessista. C’è chi sceglie questo mestiere per assolvere a una funzione patriarcale secondo cui nel bagnino il vacanziere ritroverebbe un padre, un nonno, una guida. Ma c’è, soprattutto, chi lo sceglie per “la legge dei grandi numeri”: conoscere tante donne e tutte semi-nude.

Niente regole, tanta voglia di divertirsi e un continuo di confessioni tra il ridicolo e il fastidioso su ciò che accade tra cabine e ombrelloni, sui tradimenti, la voglia di trasgressione, il riconoscimento universale dello status del bagnino come oggetto del desiderio. C’è qualche rara incursione di prospettiva femminile – la moglie del bagnino da 30 anni, le turiste francesi che prendono in giro i coetanei guardaspiaggia etc – ma dispiace che lo sguardo sia principalmente maschile. Non una svista, ma un chiaro intento, sottolineato dall’utilizzo dal brano di Leo Pari I piccoli segreti degli uomini.

Un documentario interessante, e tuttavia in parte a metà: sarebbe bello vederne la versione al femminile, un ipotetico Bagnine e Bagnanti, oppure più spazio a voci di donne per smitizzare non solo la figura del sex symbol bagnino (cosa che il film già fa, ma senza voler graffiare, con leggerezza), ma anche quella della tipica donna in cerca di divertimento che con una certezza quasi matematica finisce tra le sue braccia. Banale, ma vero: come non tutti i bagnini sono playboy, così non tutte le donne sono vittime del loro fascino – come sottolinea in una scena una signora abbronzata “A me piacciono più gli intellettuali”.

La parte finale riconsola il pubblico femminile. Tutti o quasi gli sciupafemmine della spiaggia sono spaventati o poco interessati al vero amore, ma sono d’accordo nel dire che le donne “stanno avanti”, sono “macchine da guerra multitasking”. Per questo anche solo una conquista sulla spiaggia diventa un trofeo di cui vantarsi e di cui ricordarsi con una certa nostalgia, finita l’estate.