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film riservato alle scuole
Un film di Virág Zomborácz. Con Márton Kristóf, László Gálffi, Eszter Csákányi, Andrea Petrik, Krisztina Kinczli.
Titolo originale Utóélet. Commedia, durata 95 min, colore - Ungheria, 2014 - Lab 80 film.
Mozés il pesce e la colomba locandina

Mozés il pesce e la colomba. Opera prima di Virág Zomborácz, il film ha vinto la 33esima edizione di Bergamo Film Meeting e ha ottenuto riconoscimenti ai festival di Cannes, Valladolid, Vilnius e Timisoara.

Protagonista del lungometraggio è Mózes, un giovane ungherese da poco laureato in teologia e appena rientrato a casa da un periodo di ricovero per problemi psichici. Di carattere insicuro, ha un rapporto complicato con il padre, un autoritario pastore protestante che tiene in soggezione l’intera (sgangherata) famiglia: la moglie remissiva, la figlia adottiva priva di talento, la sorella invadente che vive in casa.

Quando il pastore muore all’improvviso, Mózes comincia a essere assillato dal suo fantasma, che lo segue anche nei momenti più inopportuni. Il giovane capisce che potrà liberarsene solo portando a termine quanto il genitore ha lasciato in sospeso nella vita: un percorso che diventerà il modo per conquistare la propria autonomia e riconciliarsi con la figura paterna.

Tra accadimenti bizzarri, scene buffe e alleanze con personaggi improbabili, tra cui un meccanico appassionato di spiritismo e la trasgressiva Angela, una ex tossicodipendente impiegata in parrocchia, Mózes riuscirà, a modo suo, a risolvere il rapporto con il padre e a trovare fiducia in se stesso.

Il rapporto tra genitori e figli, la morte, il disagio psichico: in Mózes, il pesce e la colomba si trovano temi complessi che sono affrontati con intensità e insieme con leggerezza; le fatiche, autentiche, del protagonista sono raccontate in chiave tragicomica.

Dice la regista, Virág Zomborácz, classe 1985: “Mózes è una commedia di formazione che, invece di affrontare i conflitti sociali, guarda principalmente all’individuo e alle istanze della psiche umana. I temi centrali sono il rapporto padre-figlio e la famiglia, la mutazione dei valori tradizionali e la possibilità di comunicazione. L’ironia è un elemento fondamentale nel racconto, del resto rappresenta l’arma con cui combatto le battaglie quotidiane nella mia vita. L’idea del film mi è venuta dopo che ho sognato mio padre in veste di fantasma, poco dopo la sua morte. Ho cominciato a scrivere la sceneggiatura ed è diventato un modo per riconciliarmi con lui: così è nato Mózes”.