«Per voi il cinema è spettacolo. Per me è quasi una concezione del mondo… Ma il cinema è malato. Il capitalismo gli ha gettato negli occhi una manciata d’oro. Abili imprenditori lo portano a passeggio per le vie, tenendolo per mano. Raccolgono denaro, commovendo la gente con meschini soggetti lacrimosi.
Questo deve aver fine…».
[Cinema e Cinema di Vladimir Majakovskij – Mosca 1922]
La Cineteca di Bologna riporta al cinema nella sua versione restaurata #LacorazzataPotëmkin, l’occasione è ghiotta e il PostModernissimo, a 100 anni dalla Rivoluzione, immagina il suo 1917 cinematografico.
CON LA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DI BECOMING
mercoledì 8 – live drawing dedicato alla Rivoluzione!
Lunedì 6 ore 21:30/Martedì 7 ore 20:30-22/Mercoledì 8 ore 20:30
LA CORAZZATA POTËMKIN Бронено́сец «Потёмкин» (Bronenosec Potëmkin) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/68′) musiche originali di Edmund Meisel
Restaurato da Deutsche Kinemathek con il sostegno di Bundesarchiv-Filmarchiv, BFI – National Archive e Russian State Archive of Literature and Arts (RGALI). Per la versione restaurata la musica originale composta da Edmund Meisel per la prima tedesca del 1926 è stata restaurata da Helmut Imig con l’aiuto di
Lothar Prox. Le musiche originali di Edmund Meisel sono eseguite dalla Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna diretta da Helmut Imig.
Quanti conoscono La corazzata Potëmkin? Probabilmente tutti. Quanti lo hanno davvero visto? Più difficile a dirsi. E quanto dura davvero? Un’oretta e qualcosa, molto meno dei 92 minuti di applausi conquistati dal ragionier Ugo Fantozzi nella più celebre ribellione della sua lunga saga di soggiogato. Ebbene, La corazzata Potëmkin sfida ora il grande pubblico rischiando, con ogni probabilità, di conquistare sguardo e anima di chi lo vedrà in sala, in versione restaurata ed integrale (ma non preoccupatevi, dura solo 68 minuti!)
Un film segnato in Italia da un destino davvero imprevedibile, che lo ha trasformato in qualcosa di diverso da quel che è, pur rispettandone, con un curioso effetto di metamorfosi, la vocazione rivoluzionaria, quella “lotta al dispotismo” – come dissero i deputati socialdemocratici tedeschi quando negli anni Venti in Germania si volle vietarne la distribuzione – che è in fondo quella tentata da Fantozzi e colleghi. Ma La corazzata Potëmkin va molto al di là della sua parossistica vicenda fantozziana, capace comunque di regalare al film una notorietà tale da ritrovarlo, ad esempio, citato in un altro film strapopolare, come Vieni avanti cretino di Luciano Salce, nel quale addirittura Lino Banfi stimola la creatività di un redivivo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, facendo involontariamente rotolare, ovviamente giù da una scalinata, un’ignara vecchina in carrozzella.
È chiaro però che parliamo di un cult a tutte le latitudini: ne è quasi un remake inquadratura per inquadratura la sequenza della scalinata girata da Brian De Palma negli Intoccabili. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.
917 – L’UTOPIA DELL’IMMAGINE RIVOLUZIONARIA
Lunedì 6
ore 17:00
SCIOPERO! Стачка (Stačka) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/82 min.)
ore 18:15
OTTOBRE: I DIECI GIORNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO
Октябрь «Десять дней, которые потрясли мир» (Oktyabr’: Desyat’ dney kotorye potryasli mir) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1928/102′)
ore 20:00
ARSENALE Арсенал (Arsenal) di Aleksandr Petrovič Dovženko
(URSS/1929/65′)
ore 21:30
LA CORAZZATA POTËMKIN Бронено́сец «Потёмкин» (Bronenosec Potëmkin) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/68′) musiche originali di Edmund Meisel
Martedì 7
ore 17:00
LA FINE DI SAN PIETROBURGO Конец Санкт-Петербурга (Konets Sankt-Peterburga) di Vsevolod Pudovkin (URSS/1927/91′)
ore 18:00
AELITA Аэлита di Jacov Protanazov (URSS/1924/111′)
ore 20:30/22:00
LA CORAZZATA POTËMKIN Бронено́сец «Потёмкин» (Bronenosec Potëmkin) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/68′) musiche originali di Edmund Meisel
Mercoledì 8
ore 18:00
AELITA Аэлита di Jacov Protanazov (URSS/1924/111′)
ore 19:30
TRE CANTI SU LENIN Три песни о Ленине (Tri pesni o Lenine) di Dziga Vertov (URSS/1934/57′)
ore 20:30
LA CORAZZATA POTËMKIN Бронено́сец «Потёмкин» (Bronenosec Potëmkin) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/68′) musiche originali di Edmund Meisel
ore 21:15
LA FINE DI SAN PIETROBURGO Конец Санкт-Петербурга (Konets Sankt-Peterburga) di Vsevolod Pudovkin (URSS/1927/91′)
ore 22:45
OTTOBRE: I DIECI GIORNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO
Октябрь «Десять дней, которые потрясли мир» (Oktyabr’: Desyat’ dney kotorye potryasli mir) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1928/102′)
Sinossi dei film:
SCIOPERO! Стачка (Stačka) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1925/82 min.)
Nella Russia protoindustriale del 1912 un operaio è ingiustamente accusato di furto dai suoi padroni. Disperato per l’ingiustizia subita, si impicca sul posto di lavoro. I lavoratori della fabbrica organizzano clandestinamente uno sciopero di solidarietà e protesta che non è solo un atto di accusa alla durezza padronale ma anche un esempio di fraternità tra lavoratori. Ma i padroni si aspettano una sommossa ed indagano servendosi di spie.
I padroni assoldano anche dei malavitosi al fine di produrre danni di cui incolpare i manifestanti. La polizia interviene e massacra gli scioperanti e le loro famiglie con immane violenza. Sedata la sommossa, la strada rimane una desolata distesa di cadaveri. La storia sembra terminata, ma da lì a cinque anni ci sarà la Rivoluzione d’Ottobre.
OTTOBRE: I DIECI GIORNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO
Октябрь «Десять дней, которые потрясли мир» (Oktyabr’: Desyat’ dney kotorye potryasli mir) di Sergej Ejzenštejn (URSS/1928/102′)
Pietroburgo, febbraio 1917. Dopo la rivoluzione di febbraio il monumento dello zar Alessandro III viene demolito. A causa dell’entrata nella prima guerra mondiale le condizioni del proletariato, sempre più sfruttato, affamato e infreddolito, non fanno che peggiorare. In aprile Lenin torna dall’esilio in Svizzera per raccogliere il malcontento popolare e organizzare il colpo di stato. In ottobre, al secondo congresso dei soviet viene approvata la proposta di insurrezione di Lenin. Mentre l’Aurora salpa, gli operai riprendono il controllo dei ponti della città. Il governo provvisorio cade il 25 ottobre alle 10 del mattino. L’Armata Rossa fa irruzione nel Palazzo d’Inverno, depredandolo. Lenin prende il potere dichiarando che la “rivoluzione operaia e contadina si è compiuta”.
ARSENALE Арсенал (Arsenal) di Aleksandr Petrovič Dovženko
(URSS/1929/65′)
Tema del film è la guerra civile in Ucraina nel 1917. Vi si mostrano visioni del fronte e delle retrovie della prima guerra mondiale, il disfacimento dell’esercito zarista dopo la rivoluzione di febbraio, le bande di Petljiura in Ucraina e il movimento rivoluzionario degli operai e contadini ucraini a favore del potere dei soviet, le lotte dei partigiani russi contro le bande di Haidamak, la rivolta dei lavoratori dell’arsenal di Kiev contro il Consiglio controrivoluzionario e la repressione della rivolta.
LA FINE DI SAN PIETROBURGO Конец Санкт-Петербурга (Konets Sankt-Peterburga) di Vsevolod Pudovkin (URSS/1927/91′)
Un giovane contadino diventa operaio in una fabbrica di San Pietroburgo, nel 1914. Quando i suoi compagni scioperano, li denuncia al padrone, ma li raggiunge in carcere dopo che, compreso il proprio errore, ha aggredito il padrone stesso. Scoppiata la guerra, matura al fronte una forte consapevolezza politica e al momento della Rivoluzione è in prima fila. Sullo sfondo, la miseria del popolo russo.
AELITA Аэлита di Jacov Protanazov (URSS/1924/111′)
Nella periferia di Mosca, in una grande costruzione che sembra un fienile, l’ingegnere Los sta costruendo una nave con cui sogna di solcare lo spazio. La sua aspirazione non è quella di scoprire nuovi mondi sconosciuti, bensì di fuggire dalle difficoltà quotidiane. Mentre si trovano in un centro-radio, Los e il collega (ex militare) Gusev captano una trasmissione in cui si odono alcune parole misteriose: Los si convince che il messaggio giunga dalla bellissima regina Aelita, che regna su Marte, e decide di viaggiare nello spazio per incontrarla…
TRE CANTI SU LENIN Три песни о Ленине (Tri pesni o Lenine) di Dziga Vertov (URSS/1934/57′)
Documentario “lirico” che a lungo gli studiosi di cinema hanno considerato, quest’ultimo film, il migliore della produzione vertoviana. Il regista de L’uomo con la macchina da presa con quest’opera sembra snaturare tutta la propria attività cinematografica precedente, incentrata su uno sperimentalismo originale ma anche inviso a un regime che sta imponendo, proprio a partire dal 1934, il “realismo socialista”.