L’Atalante è uno dei film del lontano passato più vivo nella memoria delle giovani generazioni italiane, per via di quel tuffo nel fiume a occhi spalancati, accompagnato da Because the Night di Patti Smith, che da molti anni introduce la notte cinéphile di Fuori orario. Occasione d’oro per scoprire o ritrovare che film straordinario c’è intorno a quel tuffo: un inno alla giovinezza eterna dell’amour fou, nel nuovo restauro curato da Bernard Eisenschitz e da Gaumont che lo restituisce alla sua prima versione assoluta. “Il confronto tra le sei copie anteriori al 1940 di L’Atalante e di Le Chaland qui passe (la versione con il sonoro mutilato e rimontato per l’uscita in Francia) ha confermato che la copia del British Film Institute era la princeps del vero Atalante, proiettato a Londra nell’autunno 1934”, spiega Eisenschitz. Utilizzando questa copia-guida e alcune copie di Le Chaland qui passe precedenti alle mutilazioni, il nuovo restauro riporta per la prima volta il film alla sua “veste originaria”, quella degli anni 1933-1934.
Nei pochi anni che gli sono stati concessi, Jean Vigo ha tracciato nel cinema il percorso d’una stella che non si sarebbe mai spenta. Diceva di lui François Truffaut: Vigo è “un realista e un esteta”. Certamente lo è, e quel che possiamo aggiungere oggi è che lo è stato sottraendosi alle trappole dell’una e dell’altra maniera. Il viaggio sulla chiatta dell’Atalante , con il suo sguardo febbrile e le sue amorose visioni, l’infanzia sovversiva nel collegio di Zero in condotta , la città di Nizza esposta a uno sguardo che sotto il turbinare della festa scopre “il lavoro della carne e della morte”, ci parlano ancora con il linguaggio d’una concreta poesia. Ci parlano ancora, e sanno sollecitare l’ascolto contemporaneo, anche per il modo con cui si pongono con naturalezza dalla parte dei più deboli, che siano bambini vessati (ma capaci di insurrezione e di vendetta) o innamorati che si smarriscono (ma l’amour infine vince su tutto). Racchiusa in soli quattro titoli, L’opera di Vigo vive di una tensione primaverile, ‘avanguardia veggente’, cinema poetico, che anticipa le libertà linguistiche e figurative delle nouvelle vague mondiali. Non a caso è un autore perennemente citato, Bertolucci, Carax, Garrel, Akerman, Kusturica, Gondry… Autore maledetto e censurato per eccellenza, sopravvissuto grazie al lavoro delle cineteche, restaurato più volte, torna finalmente in sala grazie a un colossale lavoro di restauro, diretto scientificamente da Bernard Eisenschitz e voluto, meritoriamente, dalla Gaumont.
Autore di soli quattro sfolgoranti film, regista di culto, venerato, amato, iconico, rivisitato (Jean Dasté che si tuffa nella Senna, la voce-sirena di Patti Smith che lo accompagna), Jean Vigo sarà l’autore di questo gennaio assieme a Rossellini. La sua opera integrale esce in sala (e in un ricco cofanetto Blu-ray/Dvd edito dalla Cineteca) in nuovi restauri che la restituiscono alla sua purezza originaria.
16 GENNAIO 2018 ore 21:30
L’ATALANTE (Francia/1934)
di Jean Vigo (89′)