Elvira Notari. Oltre il silenzio

Valerio Ciriaci ospite al PostMod per presentare il film Elvira Notari. Oltre il silenzio

Elvira Notari. Oltre il silenzio

ELVIRA NOTARI: OLTRE IL SILENZIO/INTERVISTA A VALERIO CIRIACI

 

Il cinema di Elvira Notari è sopravvissuto per una durata di 160 minuti. In pratica la lunghezza di un film di oggi. La filmografia di una autrice in un solo lungometraggio. E poi più nulla. Niente altro, neppure la memoria familiare, non una lettera, un carteggio. Appunto il silenzio intorno, quello da cui parte il lavoro di Valerio Ciriaci. “In un decennio di vuoto, come gli anni Venti del cinema italiano, le immagini, i racconti di Elvira Notari risorgono dall’oblio come viaggi fantasmatici eppure carichi di una concretezza sconvolgente”. Perché questa regista a distanza di cento anni ci parla e le sue parole sono spaventosamente attuali. “Le tematiche di Elvira, le istanze femministe che porta, le descrizioni dei rapporti di forza, gli squarci reali su un popolo e una nazione, sono il prodotto di una visione capace di proiettarsi nel tempo”.

Prodigiosa l’abilità di Notari di precorrere i tempi, di anticipare le regole rosselliniane del Neorealismo: raccontare fuori dagli studi di posa, usare il dialetto, prendere storie dalla strada, affidarsi a volti non professionisti in totale antitesi con quel cinema dei telefoni bianchi che presto si sarebbe imposto. Allo stesso tempo, però, il rigore è al centro del progetto: “Notari è stata capace di seguire la sua arte a ogni livello: lei scriveva i suoi film e li girava, certo, ma aveva anche una scuola di recitazione dove formava i suoi attori (Rosè Angione, il volto di ‘A Santanotte è una sua creatura) e si occupava di produrre e distribuire (la Dora Film è sua e di suo marito).”

“Quello che sconvolge è anche l’abilità di Notari di fondere finzione e reale, come molto cinema contemporaneo cerca di fare. Nei suoi campi e controcampi troviamo attori che recitano e scene di reale vita quotidiana, processioni e momenti di collettiva partecipazione. I suoi documentari (che sono arrivati a noi in pochissimi frammenti) venivano commissionati da italiani emigrati in America in funzione di memoria storica. I suoi lavori servivano a traghettare un siciliano, un avellinese, un napoletano, nel nuovo mondo. Conservare le proprie radici nel traumatico passaggio dall’essere italiani a diventare cittadini statunitensi.”

Forse tutto questo spiega quel che il documentario di Ciriaci mostra: il lascito di Elvira Notari così scarno produce nel presente una infinita quantità di spunti, alimenta l’arte più varia, è punto di partenza per esperienze contemporanee. C’è la fotografa Cristina Vatielli, l’artista visiva Francesca Consonni, le scrittrici e giornaliste Giuliana Bruno e Flavia Amabile: ognuna, attraverso il suo lavoro, riscopre l’arte della regista campana e l’adopera per creare nuove esperienze. Il risultato è uno straordinario viaggio nel tempo che come un filo invisibile non si rompe, ma si tende all’infinito e va ispessendosi, ingrossandosi, assumendo contorni sempre più marcati.

Il pubblico è curioso e partecipe. Una domanda riguarda il lavoro sul cinema muto che si è andato moltiplicando negli ultimi anni. Se tanto cinema pre-sonoro sta tornando alla luce, c’è possibilità, c’è speranza, che altro materiale realizzato dalla Notari torni alla luce (si stima che abbia girato almeno duecento documentari e circa sessanta film)? La risposta di Ciriaci è dolce e decisa: “Possiamo sperarlo. Nulla è impossibile. Magari domani, da una cantina, salteranno fuori delle pizze con sopra il nome della regista. Così è accaduto per il documentario girato ad Avellino. Tuttavia si tratta di una ipotesi senza attuale fondamento. La verità è che su questo poco materiale, su questa biografia ridotta, possiamo costruire: sulle rovine si possono erigere nuovi palazzi e questo è il lascito straordinario di Notari. Per questo abbiamo scelto di chiudere il film sulla sequenza di una donna che libera dal giogo maschile se ne va a bordo di un’auto che la macchina da presa sembra rincorrere per le vie di Napoli. L’istantanea è anche la locandina del film. La riscoperta di questa artista non è un punto di arrivo, ma una ripartenza. L’invito è a seguirla. E portando in giro per l’Italia il documentario ho potuto comprendere che il pubblico vuol essere trascinato via. Un miracolo umano e cinematografico che mi commuove ogni volta”.

 

Testo di Simone Rossi
Foto di Fabio Giannoni

Programmazione

Gallery

ciriaci low-35
ciriaci low-34
ciriaci low-26
ciriaci low-24
ciriaci low-20
ciriaci low-17
ciriaci low-16
ciriaci low-15
ciriaci low-14
ciriaci low-13
ciriaci low-10
ciriaci low-09
ciriaci low-04
ciriaci low-01
ciriaci low-07
ciriaci low-05
Logo PostMod News

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti alla PostMod News e ricevi direttamente nella tua casella email informazioni esclusive su nuove uscite, anteprime, eventi speciali e tanto altro.

Accetto laprivacy policye lacookie policydel sito.

Anonima Impresa Sociale soc. coop. soc. - via del Carmine, 4 - 06122, Perugia - P.Iva 03397150545anonimaimpresasociale@pec.itCookie PolicyPrivacy Policy