Vanina Lappa presenta: Nessun posto al mondo

La regista Vanina Lappa ha incontrato il pubblico del PostModernissimo per presentare per il suo documentario 'Nessun posto al mondo'.

Vanina Lappa presenta: Nessun posto al mondo

Nessun posto al mondo, evento speciale, anteprima dell’ottava edizione di ‘Quarta Parete’, rassegna del cinema di montagna realizzata insieme a CAI Perugia.

“Questa è una storia di transumanze, di rituali, che si svolgono sulle cime del Cervati che è la vetta più alta della Campania. Ho conosciuto Antonio mentre giravo il mio primo documentario e ho subito sentito che attraverso di lui potevo scoprire un’altra dimensione che era quella della montagna con leggi ben diverse da quelle del villaggio. La sfida è stata quella di partire dai conflitti interiori di una persona per raccontare un intero paesaggio che gli risuonava dentro”. 

Dal cuore del Cilento, dove l’uomo e l’animale vivono ancora di richiami, fischi, rimbombi contro le pareti rocciose, echi di lingue ibride, arriva la regista milanese Vanina Lappa – in questo martedì 5 di novembre – che per il suo secondo documentario sceglie ancora una terra arcaica, una ritualità di vita popolare, sanguigna, primigenia.

Diciamo “ancora” perché Nessun posto al mondo è un’opera in continuità col suo esordio, anno 2016, Sopra il fiume, girato alle stesse latitudini, storia di un doppio Angelo (uno cameriere, l’altro barista) osservatori priviliegiati di una campagna elettorale strapaesana – siamo a Caselle in Pittari – vissuta come un palio rionale.

Dalla fauna umana a quella animale, Nessun posto al mondo racconta di Antonio, la mdp di Vanina a seguire la vita quotidiana di un pastore libero che parla la lingua delle bestie. Di Antonio che non comprende le burocrazie del mondo civile, che non mette il collare ai suoi cani, che riesce ancora a trovare nella pura osservazione della natura una promessa di libertà. Malgrado tutto.

“Ho seguito Antonio per quattro anni. Due di osservazione e avvicinamento. Due di riprese vere e proprie. Ci è voluto del tempo per rendere la mia presenza qualcosa di naturale. Il titolo del film ha per me una doppia valenza: Antonio dice spesso che la montagna del Cervati è bella come nessun posto al mondo, ma allo stesso tempo il protagonista pare non trovare questo posto per l’incapacità di comunicare con gli altri. Sono rimasta impressionata da quanto fosse universale il mondo di Antonio, in apparenza così lontano dal mio”.

Il report fotografico è di Eros Pacini.

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