PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Un film di Antonio Capuano. Con Teresa Saponangelo, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Vincenza Modica, Gea Martire, Anita Zagaria.
Titolo originale Il buco in testa. Drammatico, durata 96 min, colore - Italia, 2020 - Eskimo, Altri Sguardi.

Opera liberamente ispirata alla vicenda di Antonia Custra la quale nel 2007 incontra l’uomo che uccise suo padre carabiniere nel 1977. Fuori Concorso al #TFF38

Il buco in testa, film diretto da Antonio Capuano, racconta la storia di Maria Serra (Teresa Saponangelo), una donna che vive in provincia di Napoli, in prossimità del mare. La sua vita scorre incerta, tra un lavoro precario, nessuna relazione sentimentale e una madre che non parla. Circa quarant’anni prima suo padre, ai tempi un giovane vicebrigadiere, è stato ucciso da un attivista dell’estrema sinistra durante una manifestazione. Dopo due mesi dalla morte del genitore, Maria è venuta alla luce e non ha mai saputo che faccia avesse l’assassino di suo padre. La donna, però, viene a sapere ora il nome dell’omicida, gli dà un volto e scopre che ha scontato la sua pena e lavora a Milano. Maria finalmente riesce a dare delle fattezze a quell’ombra che ha odiato per tutta la vita, colpevole di avergli strappato via il padre e la felicità familiare. Ma non finisce qui, la donna è intenzionata a vendicarsi e, tintasi i capelli, sale su un treno diretto a Milano per incontrarlo faccia a faccia in compagnia di un’unica amica…una pistola.

«Iconoclasta nell’anima e nelle intercapedini di montaggio, tra squarci realistici e stratificazioni in movimento, Antonio Capuano conosce la strada, conosce i suoi anfratti, le sue più devastanti trappole, ma conosce anche il respiro della libertà espressiva, il respiro di architetture incastonate nel desolante naturalismo che vive e palpita in ogni inquadratura. Resta, ancora aperta e ricca di evocazioni, l’esplorazione della modernità, che oggi è soprattutto riflessa negli sguardi puri dei suoi interpreti, sempre in bilico in una terra di mezzo, che non si faccia nemesi a tutti i costi, ma che non sia inesorabilmente lava travolgente precipitata in mare in pasto ai pesci. La deriva della marginalità si muove così su due binari temporali che rimettono in circolo il potere del perdono.» – Leonardo Lardieri, SentieriSelvaggi

 

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