Adam
Drammatico | Marocco, Francia, Belgio | 2019 | 98 minIn attesa di un figlio concepito fuori dal matrimonio, Samia gira tra le strade di Casablanca cercando lavoro e alloggio. Tra i vari rifiuti che la giovane donna riceve c'è anche quello di Abla, una vedova che vende pane dalla sua abitazione e che vive con la figlia Warda. Ma nel vedere Samia pronta a trascorrere la notte in strada proprio davanti alla sua finestra, Abla si convince a darle riparo per qualche giorno. La decisiva e adorabile mediazione di Warda, assieme alla bontà della rziza fatta in casa da Samia, porteranno Abla ad aprirsi un po' e a elaborare il suo lutto, mentre Samia si prepara a partorire e a confrontarsi con la decisione di dare il figlio in adozione.
«Il cinema riflette gli effetti delle mancate rivendicazioni e l’attenta Touzani mostra i desideri ancora più segreti e forse mai espressi, proprio quelli che restano celati tra le pieghe di quella sconfessata fisicità che a furia di inibizioni diventa ancora più segreta e inaccessibile. Samia con la sua gioventù e la sua esuberanza ancora visibile, fa rifiorire la sensualità di Abla anche come possibile forma di affermazione. Una sensualità che qui si unisce al cibo, alla sua preparazione, alla sensualità del tatto e a quella della malleabile pasta che serve per sfornare i dolci.
Adam lavora sotterraneamente su questi concetti perfino elementari, ma essenziali, a volte dispersi tra mille rivoli e qui invece sapientemente ed elegantemente ricuciti dentro una trama credibile e una regia di raffinata fattura, che sa fare spaziare lo sguardo pur nell’angusta casa di Abla che diventa spazio di confronto e luogo domestico dentro il quale le due donne sanno trovare una loro rispettiva, autarchica, dimensione.
In Adam, nome che sembra preludere ad una rifondazione, tutto sembra nascere spontaneo, tutto sembra prendere avvio da quell’incontro tra due diversità che sanno trovare uno sguardo comune in quella femminilità generatrice che sa guardare lontano mentre si occupa di quel presente così incombente.» - Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi
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