Banat. Presentato alla Settimana della Critica a Venezia 2015 e Vincitore del Festival di Trieste
Ivo è agronomo e la mancanza di opportunità lavorative in Italia lo spinge ad accettare un lavoro nel Banat, una fertile regione della Romania. Clara è appena uscita da una relazione e sta per perdere il lavoro al porto di Bari. Ivo e Clara si incontrano per caso e sembrano capirsi subito. Passano una sola notte assieme prima che Ivo parta, ma questo basta per creare un legame e lasciar loro il desiderio di rincontrarsi.
Adriano Valerio al suo primo lungometraggio propone una lettura rovesciata del tema dell’emigrazione. Perché nel suo film non sono i cosiddetti ‘extracomunitari’ a lasciare terre martoriate per cercare un paradiso che non si rivelerà tale ma, al contrario, sono due italiani a vedere la Romania come luogo in cui poter sperare in un futuro professionale e anche sentimentale diverso e migliore rispetto a un’Italia sempre più matrigna rispetto alle nuove generazioni.
Ivo e Clara sono alla ricerca di un nuovo orizzonte che però si rivela illusorio perché non è possibile sfidare regole distorte che si sono ormai incistate in un microcosmo rurale in cui ogni novità rappresenta una minaccia. Gabbriellini e Radonicich sanno incarnare bene gli entusiasmi e i timori di chi non ha rinunciato alla speranza neppure quando si trova di fronte a un mare piatto come la vita che avrebbe potuto essere ‘nova’ ed invece rischia di non essere tale. Ma sperare costa fatica e il rischio del cedimento davanti a un fuoco che divampa, distruggendo ciò che si cercava di costruire, rischia di far congelare non solo le piante ma anche quei germogli che sembrano non poter attecchire in una realtà in cui Valerio colloca i suoi personaggi anche in campi lunghi che sfidano la fruizione miniaturizzata della tecnologia dei nostri giorni.
Sabato 16 aprile, ore 21.30, Adriano Valerio, autore di Banat, sarà in sala per presentare il film al pubblico del PostModernissimo.