Dau. Natasha
Drammatico | Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Russia | 2020 | 138 minDAU. Natasha, di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel, primo film nato dal leggendario progetto DAU, premiato al Festival di Berlino e già acclamato dalla critica internazionale come uno dei più importanti, ambiziosi e sconvolgenti eventi cinematografici degli ultimi anni.
DAU. Natasha racconta le storture e le violenze del regime sovietico dal punto di vista di Natasha, umile cameriera nella mensa dell’istituto scientifico DAU. Dopo una festa in cui scorrono fiumi di alcool, Natasha si abbandona a una notte di passione con uno scienziato francese, Luc. Convinta all’inizio di aver trovato l’amore, la donna si ritrova presto sola e in grave pericolo: venuto a conoscenza dei suoi rapporti con uno straniero, un funzionario del KGB la convoca per un interrogatorio…
DAU. Natasha è un’esperienza cinematografica difficile da immaginare e impossibile da dimenticare, anche grazie al cast eccezionale di non professionisti (Natasha Berezhnaya ha avuto una candidatura agli EFA) e alla fotografia in 35mm di un maestro come Jürgen Jürges, storico collaboratore Fassbinder e Haneke.
«È stato girato nel corso di tre anni, senza sceneggiatura e con attori non professionisti. Alla fine ci si chiede se DAU. Natasha non sia il vero scandalo di questa Berlinale. Il film del regista russo Iljá Chrschanowski, realizzato con la collega Jekaterina Oertel, è stato preceduto da gossip ed eccitazione. [...]
Il contesto in cui la pellicola è nata ha qualcosa di malato: un mondo parallelo di stampo stalinista ricreato alla perfezione in cui 400 persone hanno vissuto per circa tre anni. Uno scherzo? No, è il set finito fuori controllo creato dal suo iniziatore Iljá Chrschanowski. Regista o dittatore di una setta cinematografica?» - Simone Porrovecchio, cinematografo.it
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