Freaks Out
Drammatico | Italia, Belgio | 2021 | 141 minFreaks Out. Presentato in Concorso alla 78a Mostra del Cinema di Venezia.
Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando quest’ultimo scompare misteriosamente, forse in fuga o forse catturato dai nazisti, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città occupata. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini...e il corso della Storia.
«Freaks Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro.» - Gabriele Mainetti
«Freaks Out non ha cedimenti, magari può avere il limite di insistere un po’ troppo con uno schema che già funziona come nella sparatoria finale. Trova però anche la sua autentica anima popolare, viaggia nel tempo come Monicelli in L’armata Brancaleone e Benigni-Troisi in Non ci resta che piangere (e certe illuminazioni sembrano arrivare dal miglior cinema del regista toscano) e li combina con I fantastici 4. Claudio Santamaria, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini e Aurora Giovinazzo (vista anche nei panni di Penelope in Immaturi e Immaturi. Il viaggio) che è la vera rivelazione del film e conferma il talento di Mainetti nel valorizzare giovanissime attrici dopo Ilenia Pastorelli in Lo chiamavano Jeeg Robot, potrebbero arrivare da un cinecomic; il personaggio di Matilde potrebbe essere infatti la versione al femminile di “La Torcia Umana”.
Con Lo chiamavano Jeeg Robot Mainetti aveva indicato una delle possibile nuove strade per il cinema italiano. Con Freaks Out, dove con lo sguardo in macchina di Tirabassi all’inizio del film si entra in uno spettacolo dai contorni sinistri ma anche accecante, le moltiplica anche con i tutti suoi difetti. Ma è un cinema di una generosità totale ed eccede perché da tutto se stesso.» - dalla recensione di Simone Emiliani su sentieriselvaggi.it