Fulci For Fake
Documentario | Italia | 2019 | 92 minFulci For Fake. Evento speciale in occasione di BruttoMale X
L'attore Nicola "Nick" Nocella (Il figlio più piccolo, Easy - Un viaggio facile facile), diretto da un misterioso regista danese di nome Saigon, deve documentarsi per interpretare il personaggio del regista Lucio Fulci (Roma, 1927 - 1996). Per farlo incontra amici e colleghi di set, ma soprattutto le figlie, conoscitrici profonde dell'opera del padre: Antonella e Camilla, assistente nei suoi ultimi cinque set, accreditata come Camille Folsom.
La filmografia di Fulci, sceneggiatore e regista per cui l'aggettivo "prolifico" è insufficiente, spicca per sfrenato eclettismo, creatività, sprezzo della censura, rappresentazione grafica di violenza, sadismo, misoginia, e obtorto collo e soprattutto nella seconda fase, grande senso dell'economia ("siamo riusciti a fare l'aldilà senza niente", dice Sergio Salvati, direttore della fotografia di tanti suoi film, parlando di ... E tu vivrai nel terrore! L'aldilà).
Il "terrorista dei generi", secondo una sintesi da lui stesso approvata, si definiva anche "cinefago", portava su pellicola le sue rielaborazioni di lettore bulimico e affabulatore magnetico.
Con atteggiamento laico, anticonformista e fortemente ludico rispetto alla settima arte, cui si avvicinò al Centro Sperimentale di Roma dopo studi da medico, Fulci si è mosso tra tantissimi ambiti, ruoli e competenze, praticando a fondo, da colto, l'industria: l'apprendistato con Steno nei film di Totò e nei musicarelli (per Enrico Vanzina, lui e suo padre Steno erano "due signori prestati alla commedia"), l'invenzione del duo comico Franchi e Ingrassia, gli spaghetti western, i film per famiglie, il dramma storico.
Fulci for Fake si concentra nettamente sulla seconda parte della sua produzione, caratterizzata prevalentemente dai thriller e dagli horror ad alto tasso di eros e sangue: dal più volte citato Non si sevizia un paperino a Lo squartatore di New York, da L'Aldilà a Zombi 2, forse il titolo fulciano più conosciuto all'estero, e notoriamente da Quentin Tarantino, che gli ha tributato il giusto onore in Kill Bill riportando un brano dal suo Sette note in nero.