PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Un film di Tommaso Santambrogio. Con Alexander Diego, Edith Ybarra Clara, Frank Ernesto Lam, Alain Alain Alfonso González, Milagros Llanes Martínez, Lola Amores, Jhon Steven Baldriche, Osvaldo Doimeadiós, Joel Casanova.
Titolo originale Los océanos son los verdaderos continentes. Drammatico, durata 118 min, b/n - Italia, Cuba, 2023 - Fandango.

Gli oceani sono i veri continenti. Opera d’esordio di Tommaso Santambrogio e film d’apertura in concorso alle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2023.

Secondo appuntamento della rassegna In sordina: il regista Tommaso Santambrogio sarà in sala per presentare il film al pubblico

Alex e Edith, due giovani teatranti sui 30 anni, vivono la loro relazione fatta di piccoli gesti e di una tenera quotidianità tra le rovine degli edifici cubani. Milagros, ormai in pensione, cerca di sopravvivere vendendo “manì”, tipici coni di noccioline cubane, e trascorre le sue giornate ascoltando la radio e rileggendo vecchie lettere. Frank e Alain, due bambini di otto anni, vanno a scuola e sognano di emigrare assieme negli Stati Uniti per diventare giocatori di baseball professionisti. Nel contesto di San Antonio De Los Baños, paesino dell’entroterra di Cuba dove sembra che il tempo si sia fermato, si sviluppano le tre rispettive narrazioni e i loro mondi; in un affresco di contemporaneità che prende vita tramite la memoria dei personaggi aleggia però lo spettro della separazione, vera grande piaga della società contemporanea cubana.

«Possiamo interpretare Gli oceani sono i veri continenti come il ritratto di un paese in crisi. Di una Cuba atavica, fuori dal tempo, in cui nulla entra al di là di micro-storie e azioni ordinarie, sprofondate nella stasi della quotidianità. Le uniche variabili che arrivano a destabilizzare l’apatia del luogo sono quelle atmosferiche, con i temporali caraibici che si abbattono su una realtà che appare immersa in un presente/assente senza fine, risaltato dalla monocromia delle immagini in bianco e nero. […] Per indagare le fratture contemporanee di un paese sul ciglio del declino, Santambrogio parte proprio dai suoi cittadini. Al punto che il cineasta non sente neanche il bisogno di rappresentare i grandi eventi socio-economici del presente: gli basta raccontare il contesto storico “dal basso”, dai movimenti nel vuoto di personaggi vivi e mai rassegnati, e dai voli di fantasia a cui quotidianamente affidano la loro sopravvivenza.»

Recensione di Daniele d’Orsi tratta da Sentieri Selvaggi

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