Good Time. Un esperto rapinatore di banche cerca di sfuggire alla polizia per le strade di New York. Riuscirà nel suo intento? In concorso al Festival di Cannes, l’opera seconda dei fratelli Safdie è un capolavoro visivo e sonoro grazie alla musica di Oneohtrix Point Never.
New York. Quartiere di Queens. Una rapina in banca finisce male, Connie riesce a fuggire mentre suo fratello Nick, affetto da un ritardo mentale, viene arrestato. Da quel momento Connie inizia a darsi da fare per poter trovare il denaro necessario per pagare la cauzione mentre progressivamente sviluppa un altro progetto: farlo evadere.
Inizia quasi come una commedia il quinto film dei fratelli Safdie, con i rapinatori che scrivono con la penna biro le disposizioni per la cassiera, ma poi il registro cambia rapidamente. Perché ciò che a loro interessa mettere in luce sono personaggi che vivono nel presente, per i quali il futuro non rappresenta una meta ma una incertezza totale.
Sono protagonisti e al contempo persone che potrebbero essere facilmente dimenticate se incontrate nella vita di tutti i giorni. Così si presentano Nick e Connie, con il secondo convinto di dover offrire al fratello disabile una vita ‘normale’. Ma per lui la normalità è rapinare maldestramente una banca con il segreto desiderio di liberarlo dal controllo di una nonna di origine greca che non ha imparato l’inglese. Il film, che ha la benedizione di Martin Scorsese, si trasforma in un thriller di diseredati alla ricerca non di un riscatto (parola di cui Nick non comprenderebbe il significato più pregnante) quanto di una fuga da gabbie, che siano di una prigione o esistenziali.
A tutto ciò offre un contributo essenziale (anche perché il film è stato pensato sulla sua misura) Robert Pattinson. Il rischio che rimanesse ancorato al personaggio della saga di Twilight era già stato bypassato con il suo ruolo in Bel Ami – Storia di un seduttore ma da allora ha mostrato di saper costantemente scegliere partecipazioni a film molto diversi tra di loro, apportandovi una versatilità non comune. Le esperienze fatte sotto la guida di registi come David Cronenberg, Anton Corbijn e Werner Herzog gli debbono essere state molto utili. Lo hanno condotto a questo Connie, fratello amorevole di Nick, che soffre di un ritardo mentale, ma privo degli strumenti culturali e sociali necessari per offrirgli una protezione vera. Il mondo in cui si muove non gli offre nessuna opportunità di crescita. Anche la compagna che si è scelta (una Jennifer Jason Leigh tesa e sofferente) non gli può essere d’aiuto se non per cercare di farle versare la somma necessaria alla cauzione. Tutto ciò collocato in un quartiere in cui si può essere stessi ma, al contempo, da cui si vorrebbe andare via. Connie, come il Queens, ha una sola certezza: non sarà mai cool.