I ricordi del fiume. Il nuovo meraviglioso lavoro dei fratelli De Serio, considerato dalla critica il mioglior film italiano della Mostra del Cinema di Venezia.
Il 27 aprile Gianluca De Serio, sarà ospite al PostModernissimo per incontrare il pubblico in sala.
A Torino il Platz è una delle baraccopoli più grandi in tutta l’Europa. Ci vive da anni una comunità di oltre mille persone su cui grava un progetto di smantellamento. Alcune famiglie censite dalla Prefettura verranno trasferite in appartamenti mentre per altre le alternative consistono nel tornare nel Paese d’origine o trovare sistemazioni di fortuna. Il documentario propone gli ultimi mesi di esistenza della baraccopoli.
Florentina e Denis due adolescenti, Marcel pastore pentecostale capace di tenere insieme la comunità, le ‘vecchie’ Ana ed Elena, Settimo, italiano che si è innamorato di Ionela e ora la cura con ammore perché malata di epatite. Queste sono solo alcune delle persone (non dei personaggi) che i fratelli De Serio ci presentano in questo film dalla struttura ‘rizomica’ come la definiscono, formata da “una rete intrecciata di vie, in cui ogni punto è connesso ad altri, dove si possono costantemente creare nuove linee di fuga, nuovi punti di tangenza d’identità e di storie”. Il cinema dei due fratelli torinesi si contraddistingue per la compassione (nel senso più alto del termine) che provano per i soggetti a cui dedicano la loro attenzione. Basti ricordare le Sette opere di misericordia per averne una testimonianza inequivocabile. La loro non è una presenza che si pretende come invisibile. Il rapporto con le persone che filmano si sente e si percepisce che è stato importante e ha segnato entrambe le parti. Il loro è un impegno che va oltre le strumentalizzazioni politiche o la carità pelosa per tornare ad offrire al cinema una delle peculiarità che ne costituiscono l’essenza profonda: il fare memoria evitando che lo smantellamento delle baracche si accompagni a quello di quanto quella città nella città abbia prodotto nel bene e nel male. Con un ‘non visto’ che diviene significante. I De Serio sono andati in Romania per conoscere i luoghi di origine di molti degli abitanti del Platz. Nessuna immagine di quella trasferta è entrata però nel montaggio finale quasi che gli incontri fatti in una realtà rivelatasi ancor più misera di quella torinese dovessero restare parte di un ‘privato’ quasi impossibile da portare sullo schermo.