L’ultimo turno
Drammatico | Svizzera, Germania | 2025 | 92 min | T
L'ultimo turno. In un ospedale cantonale svizzero l’infermiera Floria Lind affronta un’estenuante giornata di lavoro in reparto tra codici rossi, pazienti dal carattere difficile o in attesa di risposte, richieste di interventi continui e una grave mancanza di personale, a cui è stato possibile rimediare col solo inserimento di un’inesperta dottoranda. Floria è costretta quindi a dividersi tra i bisogni di tutti, pazienti vecchi e nuovi, in attesa della guarigione o del trapasso, in una battaglia su di un terreno fatto di pavimenti lucidi, disinfettanti, analgesici, sangue, feci e eruzioni cutanee improvvise. Una corsa contro il tempo per la vita o per la morte degli altri, nel tentativo di rendere invisibile ciò che Floria prova e sente, e col rischio di un crollo che pare essere perennemente in agguato.
Terzo lungometraggio della regista svizzera Petra Volpe che, insiste sul sociale denunciando l’allarmante e crescente carenza di personale nei reparti ospedalieri. La splendida performance di Leonie Benesch intensifica e scandisce con minuzia uno spietato, a tratti frustrante ed emozionante tour de force che, partendo dal dramma ospedaliero, raggiunge le perfette coreografie al millimetro di un balletto, tende i nervi come farebbero i migliori war movie e, soprattutto, sfinisce come un pentathlon. L’occhio della Volpe pedina e osserva con piglio documentaristico il dinamismo attento e frenetico di ogni lettiga trascinata in corridoio, di ogni etichetta apposta su di una fialetta, eppure non perde mai di vista la commozione per la multiculturalità di un’umanità costretta alla stasi, all’attesa di un verdetto in bilico tra fine e speranza.
Tratto dalla recensione di Federico Di Rienzo pubblicata su Quinlan
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