PROSSIMAMENTE
Federico Fellini
Un film di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Alain Cuny, Annibale Ninchi.
Titolo originale id. Drammatico, durata 180 min, colore - Italia, Francia, 1960 - Cineteca di Bologna.

La dolce vita. Viaggio all’interno della dolce vita romana degli anni Sessanta. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 3 Nastri d’Argento e un premio ai David di Donatello. Uno dei cinque capolavori restaurati che la Cineteca di Bologna ha scelto di riportare in sala per il centenario della nascita di uno degli autori più celebrati della storia del cinema mondiale: Federico Fellini.

Fellini si propone di realizzare la radiografia della mutazione di un’epoca. Di raccontare la vita così come la rappresentano i nuovi media e, nel costruire il racconto, si appropria, per molti episodi, degli scoop dei fotoreporter. L’episodio di Anita nella fontana era stato fotografato da Pierluigi Praturlon nel ’58, mentre Tazio Secchiaroli, il re dei fotoreporter di via Veneto, sempre nel ’58 aveva fotografato lo spogliarello di Aiché Nanà in un locale notturno alla moda, molto frequentato dalla Roma bene. La dolce vita è, programmaticamente, una lettura esatta della mediatizzazione del paese, quasi un saggio sulla manipolazione dell’informazione e dell’immagine… L’Italia non si è ancora liberata di nessuno dei suoi fantasmi, il cammino verso la modernità è ancora lungo e tortuoso.
(Gian Luca Farinelli)

Restauro eseguito dal Laboratorio L’Immagine Ritrovata e promosso da Cineteca di Bologna, World Cinema Foundation, Pathé, Gucci, Mediaset – Cinema Forever, CSC – Cineteca Nazionale

“Vedere questo film per la prima volta fu sorprendente sotto molti punti di vista. Le immagini così vivide, scandite dal vagabondare di un jet set insidiato dai fotografi (il termine ‘paparazzi’ nasce con questo film) a cui fa da perfetto contrappunto la colonna sonora di Nino Rota; la raffinata disinvoltura del protagonista interpretato da Marcello Mastroianni e dai suoi amici che si muovono all’interno di un vuoto luccicante; la presenza strana e inquietante del vecchio mondo che incombe come un fantasma sulla modernità; e la continua altalena degli umori, dall’allegria alla preoccupazione, all’euforia, alla noia, alla disperazione, al terrore fino alla rassegnazione e ritorno; la dimensione epica, che rischiava di esplodere nel tentativo di contenere tanta parte di questo nuovo mondo senz’anima: tutto questo ci scosse, spingendoci a guardare al mondo con altri occhi, una volta usciti dalla sala. È forse l’elemento più insolito dell’innovativo film di Fellini consiste nell’essere riuscito a rendere così invitante il richiamo dell’apocalisse”.
(Martin Scorsese)