La metamorfosi degli uccelli
Documentario | Portogallo | 2020 | 111 minBeatriz e Henrique si sono sposati il giorno in cui lei ha compiuto 21 anni. Henrique, un uffciale di marina, passava lunghi periodi in mare. Sulla terra, Beatriz, ha imparato tutto sulla verticalità delle piante e si è presa cura dei suoi sei fgli fn dale radici. Jacinto, il maggiore dei fgli, era mio padre e sognava di diventare un uccello. Un giorno Beatriz muore all’improvviso, mia madre invece se ne va quando avevo 17 anni. In questo stesso giorno di lutto incontro mio papà e la nostra relazione smette di essere unicamente quella di padre con figlia.
«Durante molti anni ho creduto che mia nonna fosse una fotografa: il ritratto di Beatriz lo si trovava, come un altare, nelle case di tutti i miei parenti. Alta, ritta come un albero, con la giacca sulle spalle e un sorriso enigmatico come quello della Mona Lisa. Un giorno mio padre m’informa che il nonno Henrique aveva deciso di bruciare tutta la corrispondenza avuta con Beatriz. Nonostante la mia opposizione mio padre non dà nessuna speranza di poter accedere alle lettere. “Fanno parte della loro intimità” mi dice, “e nessuno può metterci il naso.” Da quel momento ho la certezza di voler fare un flm su Beatriz. Perché non è giusto che i morti muoiano due volte. […] Questo flm non è solo su Beatriz. È un flm sulla madre di mio padre, su mia madre, sulle madri delle madri. Le madri delle madri delle madri. Ma anche su un determinato periodo storico che io non avevo vissuto e così diverso è da quello attuale. Un periodo che abbiamo il dovere di non dimenticare. È un privilegio vivere in Libertà.» - Catarina Vasconcelos
«Acqua, alberi, uccelli: questo semplice ordine potrebbe facilmente descrivere il processo attraverso il quale alcuni elementi sono apparsi – o sono stati creati – sulla Terra. È così che è iniziata la vita, e sono questi i pilastri naturali del primo lungometraggio di Catarina Vasconcelos, La metamorfosi degli uccelli, proiettato nella sezione Encounters alla 70ma Berlinale. È un film profondamente personale che potrebbe essere etichettato come un'autobiografia, anche se è un chiaro ibrido tra finzione e documentario. Attraverso un film magnificamente composto, vediamo le basi e la vita della famiglia della regista – basi che sono state rotte, danneggiate o segnate dalla morte degli alberi che un tempo davano agli uccelli un luogo dove vivere e la possibilità di crescere, garantendo loro una superficie solida più vicina al cielo, da dove potessero imparare a volare. È un luogo che è scomparso quando sono morte due persone: la nonna di Catarina, Beatriz, e la madre di Catarina.» - Teresa Vieira, cineuropa.org
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