La veduta luminosa
Drammatico | Italia, Spagna | 2021 | 88 minPrèmiere mondiale alla 71ma Berlinale.
Mr Emmer, un regista scomparso da tempo, viene ritrovato da Catarina, l’assistente di un produttore assente. I due partono in auto verso Tubinga, alla ricerca dei luoghi di Friedrich Hӧlderlin, in un viaggio preparatorio per un mai abbandonato progetto di film sul poeta. Ma le cose non vanno secondo i piani del produttore e durante il viaggio le ispirazioni si rivelano un ostacolo alla realizzazione di qualsiasi opera. Un canto d’amore per la Natura sofferente.
«Oggi ci troviamo in un’epoca in cui il cinema sembra assente, oscurato da un orizzonte filmico saturo. Un’assenza, però, che apre strade di grande sfida. Uno (il film) richiede concretezza, responsabilità, forze recitanti e reagenti nella dinamica dell’oggetto finito, l’altro (il cinema) si colloca in quella zona libera da vincoli, dove gli elementi concreti che tracciano quel respiro indefinito, negando la zona circoscritta del film, si affollano e si sovrappongono continuamente. Accade raramente che siano una cosa sola, forse mai in un film qualsiasi, ma nella somma delle singole parti, nel loro canto reciproco, incessante, irriducibile e per certi versi eccezionale.» - dalla lettera che il regista Fabrizio Ferraro indirizza al produttore Lluís Miñarro.
«Gli Dei sono fuggiti, il mondo è disertato dal divino, tuttavia un fuoco ci trascina, nonostante tutto, c’è questa urgenza, domanda che preme nel profondo, una domanda che ci impone a cercare ciò che è più propriamente nostro. Cercare il dove, il da dove. Quel domandare osa scavalcare l’ultimo orizzonte per porci all’aperto, nello spazio sconfinato. Figli del caso verso la dissipazione. Ma la verità è una sola? La verità va declinata. Emmer non incontra una pietra di inciampo, ma nel suo cammino si attende qualcosa, l’assurdo in cui lo sguardo naturalistico, ferocemente indifferente, si fonde con lo sguardo tragico, di boschi neri a rivestire una terra di dolore, una terra nuda, da una veduta luminosa.» - dalla recensione di Leonardo Lardieri per sentieriselvaggi.it
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