L’accusa. Tratto dal romanzo “Le cose umane” di Karine Tuil, è stato presentato Fuori concorso a Venezia78.
I Farel sono una super-coppia: Jean è un importante opinionista francese e sua moglie Claire una saggista nota per il suo femminismo radicale. Hanno un figlio modello, Alexandre, che frequenta una prestigiosa università americana.
Durante una breve visita a Parigi, Alexandre conosce Mila, figlia dell’amante della madre, e la invita a una festa.
Il giorno dopo, Mila sporge denuncia contro Alexandre con l’accusa di stupro, distruggendo l’armonia familiare e mettendo in moto un’inestricabile macchina mediatico-giudiziaria che presenterà verità opposte.
«Sono stato immediatamente toccato dal libro di Karine Tuil. Sentivo che mi riguardava e mi ha riportato alla mia storia di uomo, di figlio e di padre…
Il potere degli uomini e il suo abuso, la cecità del desiderio maschile e le sue conseguenze devastanti, la cultura dello stupro, l’area grigia del consenso, i social media, la giustizia repubblicana e il tribunale popolare che condanna senza lasciare spazio alla difesa e conduce al linciaggio. L’intera sfida è racchiusa nella possibilità di realizzare un film che non sia manicheo, senza che ciò possa essere interpretato come un tradimento della causa delle donne / vittime. L’idea è quella di calare il pubblico nei panni di un giurato, che in ogni momento si chiede cosa deve pensare per arrivare a fare giustizia.» – Yvan Attal
«L’accusa (Les choses hamaines), lavora proprio dentro l’aula del tribunale per cercare questa verità mutevole e sfuggente. Evitando ogni spettacolarizzazione della punizione del colpevole, il film propone una interpretazione che è frutto di una riflessione autentica sui fatti e sulle sue variabili. È lo sguardo attento e puntiglioso del regista a rendere pregevole e coraggioso un film come Les choses humaines, che mette davvero lo spettatore nelle condizioni del giurato, che deve cercare di individuare una verità assoluta con l’equanimità di chi dovrà decidere.» – Tonino De Pace, Sentieri Selvaggi
L’ingresso in sala è consentito solo mostrando il proprio Green Pass Rafforzato (esclusi under 12) e mascherine FFP2.
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