di Alberto Fasulo

L’osservatore dell’est

Commedia | Italia, Slovenia | 2025 | 20 min | T
L’osservatore dell’est

L'0sservatore dell'est. Un cortometraggio di Alberto Fasulo, presentato ad Alice nella Città nel 2025.

Francesco Odescalzi Liverani duca di Sassetto ha ottant’anni e, dopo aver ceduto la casa di campagna in cui risiedeva alla figlia, è alla ricerca di una dimora in affitto nel centro di Gorizia. Scortato da un agente immobiliare visita un trilocale che affaccia su Piazza della Transalpina. Il prezzo dell’affitto è stracciato per via di una ragione surreale: ogni giorno un settantenne si siede sul lato sloveno della piazza e da lì osserva la casa situata in Italia. Incurante di pioggia, sole e grandine, il settantenne porta avanti, con cura marziale, la sua attività d’osservazione. La polizia non può far nulla contro quel “crimine transfrontaliero”, i tutori dell’ordine dei due paesi sembrano non poter raggiungere un accordo per affrontare l’Osservatore su ciò che, a tutti gli effetti, non sembra nemmeno poter essere ritenuto un reato. Pare inoltre che il misterioso guardone sia insensibile a minacce, suppliche e mazzette. Il settantenne si è guadagnato l’appellativo di “Osservatore dell’Est”. È per via di questo curioso motivo che la casa è ancora sfitta: nessuno vuole un immobile che viene guardato, ogni dì, da uno losco sconosciuto. Ma il duca non è un potenziale inquilino come gli altri: lui è un reduce di guerra e nobile decaduto ebbro di patriottismo e ideali dal sapore risorgimentale; ciò che per gli altri è un ostacolo, per lui è una sfida da cogliere. Dopo essersi insediato nella casa, il duca si prepara alla battaglia contro il nemico dall’oriente. È l’inizio di una guerra tra due anziani fatta di silenzi, sguardi e minute manovre d’attacco. L’Osservatore dell’Est si dimostra insensibile a ogni colpo sferrato dall’avversario e, dopo essere stato ferito nell’orgoglio, il duca riesce ad aver la meglio su di lui giocando sporco. Tuttavia, la capitolazione dell’anziano rivale provoca nel vincitore un implacabile senso di vuoto: aver vinto la guerra lo ha condannato a una solitudine che gli fa rivalutare la sconfitta. Ma in questa storia niente è come sembra e nell’epilogo ogni sipario crollerà...

« Il cuore del film è il confine: non solo come linea fisica che separa, ma come spazio di relazione, tensione e riflesso tra opposte identità. Il confine non è una barriera assoluta, ma una soglia: un punto di contatto tra il sé e l’altro da sé. Ambientare L’osservatore dell’est interamente su una piazza che storicamente è stata una giuntura tra l’est e l’ovest europeo è il contesto migliore per raccontare la necessità del protagonista di avere un nemico per esistere. La piazza in cui si svolge tutta la vicenda è un luogo in cui due mondi si fronteggiano, si sfidano, ma inevitabilmente si definiscono a vicenda. È proprio questo paradosso – dividere per unire – che attraversa il film. L’anziano protagonista del film, necessita dell’Altro per ritrovare la sua vitalità, ha bisogno di fronteggiare il nemico per sentirsi vivo. L’osservatore dell’est è un film intriso di riverberi che vanno dal grottesco al western, passando attraverso anche al diario intimista. Usa l’ironia per parlare di solitudini contemporanee e della necessità dell’altro per esistere. Si muove tra la finzione e la realtà, tra memoria e disincanto, come il suo protagonista, inconsapevole attore di una messa in scena organizzata dalla figlia come atto d’amore, che si esprime attraverso un’illusione creata per fargli ritrovare la voglia di vivere. In questo gioco di opposti ho voluto inserire una riflessione sul confine generazionale e sulla solitudine dell’anzianità. Se un tempo è stato il padre a guidare la figlia, ora è la figlia ad accompagnare il padre nella vecchiaia. È lo stesso gesto – speculare – a ruoli invertiti, ma il sentimento resta: un passaggio di testimone, un attraversamento simbolico della linea di confine tra giovinezza e vecchiaia che avviene con le stesse modalità con cui un genitore cresce un figlio: l’innesto della finzione per risolvere la quotidianità. In fondo, L’osservatore dell’est è un film sul bisogno, profondamente umano, di sconfinare – negli affetti, nella memoria, nella finzione – per ritrovare sé stessi nell’altro». Alberto Fasulo

Programmazione

10
DicMer
  • 21:00

Festival e Riconoscimenti

laurel2025. Alice nella Città

Selezione Ufficiale

Dettagli

Anno
2025
Regia
Alberto Fasulo
Durata
20 min
Genere
Commedia
Distribuzione
Nefertiti Film
Colore
colore
Versione Originale
Italiano
Classificazione
(T) Per tutti
Cast
Denis Lavant, Lucia Mascino, Massimo Mesciulam

Contenuti sensibili

(T) Per tutti
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