Maternal
Drammatico | Italia, Argentina | 2019 | 91 minL'Hogar, un centro religioso italo-argentino per ragazze madri, è un luogo paradossale in cui la maternità precoce di giovani madri adolescenti convive con il voto di castità delle suore che le hanno accolte, tra regole rigide e amore cristiano. Suor Paola è una giovane suora appena arrivata a Buenos Aires dall’Italia per finire il noviziato e prendere i voti perpetui. Lu e Fati, entrambe diciassettenni, sono bambine bruscamente trasformate in madri. Tre donne diverse che influenzeranno reciprocamente le proprie vite e il proprio rapporto con la maternità.
Locarno 2019: Menzione speciale della Giuria del Concorso Internazionale, Europa Cinemas Label come Miglior Film Europeo, Premio della Giuria Ecumenica.
«Per tanto tempo ho lavorato a Buenos Aires in un istituto religioso italiano per madri adolescenti. Non mi sono fermata sulla soglia a spiare dai corridoi, sono entrata nelle loro stanze, le ho ascoltate e osservate, ho condiviso le loro inquietudini, ci siamo conosciute. Mi è stato possibile, e forse necessario, perché in MATERNAL c’è tanto di me, del mio presente e del mio passato: l’odore d’incenso della bambina cattolica, le amicizie e gli amori dell’adolescente assetata di passioni, il senso di maternità della donna. Sono diventata per loro una figura familiare, empatica e insieme invisibile. Da questa posizione interna, personale ed emotiva ho iniziato a scrivere un film sulla loro singolare storia di giovani donne. [...] Ciò nonostante, è stata l’immagine epifanica di una giovane suora che cullava uno dei loro figli che ha messo in moto il film: in quel momento ho realizzato tutta la potenza del cortocircuito emotivo di un mondo femminile chiuso, paradossale e affascinante in cui la maternità precoce delle ragazze convive con quella assente delle religiose. La scrittura ha seguito il desiderio di evocare la complessità e le contraddizioni di questo universo singolare.» - Maura Delpero
«Delpero sceglie una deflagrazione lenta eppure inarrestabile, la rappresentazione di una crisi endogena latente, un terremoto interiore, con stile claustrofobico attento ai corpi delle protagoniste.» - Antonio D'Onofrio, Sentieri Selvaggi
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