PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Jonas Carpignano
Un film di Jonas Carpignano. Con Koudous Seihon, Alassane Sy, Francesco Papasergio, Pio Amato, Vincenzina Siciliano.
Titolo originale Mediterranea. Drammatico, durata 107 min, colore - Italia, Francia, USA, Germania, 2015 - Academy Two.

Mediterranea. Film che ha rivelato al mondo il talento di Jonas Carpignano, selezionato alla Semaine de la Critique durante Cannes 68, dove ha vinto il Discovery Award.

Ayiva lascia il Burkina Faso per cercare di raggiungere l’Italia dove spera di poter trovare un lavoro che gli consenta di aiutare sua figlia che è ancora una bambina e sua sorella che se ne occupa. Parte come clandestino con l’amico Abas e, dopo la traversata del deserto in Algeria, si imbarca. Trova lavoro come raccoglitore di arance a Rosarno in Calabria. Le difficoltà sono numerose ma si accrescono quando parte della popolazione locale aggredisce gli immigrati.
Jonas Carpignano è figlio di un italiano e di un’afroamericana. Non è quindi difficile comprendere come un tema come quello delle nuove schiavitù e delle reazioni che suscitano in Italia lo abbia interessato al punto di aver abbandonato l’idea di realizzare un cortometraggio in materia in favore di un’opera di durata maggiore.

Il suo è un punto di vista decisamente interessante perché decide di andare a leggere i rapporti tra migranti e popolazione locale non nell’ormai tristemente stereotipo ‘nord’ bensì a Rosarno, in Calabria. È lì che, come molti ricordano, scoppiò nel 2008 il primo conflitto esplicito e cruento tra migranti e cittadini.

Quattro anni dopo, nel 2012, c’erano ancora mille extracomunitari nell’area impiegati come manodopera stagionale a basso costo per la raccolta di agrumi. Carpignano è molto efficace nel raccontare il viaggio della speranza dei suoi due protagonisti ai quali offre due personalità ben delineate. È altrettanto bravo nel ritrarre alcuni atteggiamenti da parte degli italiani che vanno dallo sfruttamento alla carità un po’ troppo compiaciuta regalandoci anche il ritratto di un ragazzino già ‘adulto’ abilissimo nel commercio sempre poco legale.
Dove invece sembra non avere abbastanza messo a fuoco le idee è sulle cause dello scontro violento. Lo spettatore viene così messo in condizione di comprendere bene i diversi stati d’animo degli africani ma non gli viene dato modo di comprendere le cause profonde che sono state, da parte di alcuni abitanti di Rosarno, alla base delle azioni di intimidazione che sfociarono in una reazione altrettanto violenta degli immigrati. Si resta così quasi spiazzati dagli eventi e chi non ne ricorda le cronache non trova un aiuto da parte di un film che riesce però, con la sua scena finale, a ricordarci quanto ‘sa di sale lo pane altrui’.