PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Simone Bozzelli
Un film di Simone Bozzelli. Con Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi.
Titolo originale id.. Drammatico - V.M. 14, durata 112 min, colore - Italia, 2023 - Vision.

Patagonia. Selezionato in concorso al Festival di Locarno, l’opera prima di Simone Bozzelli lascia il segno in modo inequivocabile. Cinema del futuro. 

Il regista Simone Bozzelli sarà in sala per presentare il film al pubblico

È un film di gabbie l’esordio alla regia di Simone Bozzelli. Gabbie fisiche, di metallo, all’interno delle quali, solitamente, vengono inseriti degli animali. Ma anche gabbie mentali, entro il cui perimetro si spegne qualsiasi afflato di libertà personale.

Yuri è un ragazzo di vent’anni che non ha mai visto il mondo. Vive con l’anziana zia una vita ovattata nel grembo di un piccolo paese abruzzese. Un giorno, durante una festa di compleanno, incontra Agostino, un animatore di bambini che si sposta come un nomade a bordo del suo camper. I due, insieme, partono col sogno di arrivare in Patagonia, terra di libertà e di speranza. Ma, questo sogno, non si rivela altro che un miraggio, di fronte ad una realtà in cui regnano controllo e sottomissione.

Si diceva un film di gabbie. Il film di Bozzelli, giovanissimo autore di alcuni corti di successo (tra cui Amateur e J’ador, vincitore alla Settimana della Critica a Venezia) e di altrettanti video musicali, ce lo dice esplicitamente. Nella prima sequenza troviamo il protagonista intento a scegliere un cucciolo di cane da regalare al fratello più piccolo. Ma Bozzelli decide di inquadrare prima il volto di Yuri nascosto tra le griglie di una gabbia. Come se, dietro le sbarre, ci fosse lui. Nella realtà di Bozzelli ci sono dominatori e dominati, padroni e servi, genitori e figli, vittime e carnefici. Ma questi ruoli cambiano, non sono modelli precostituiti sociologicamente. Il cinema del giovane regista italiano è in costante ricerca di diverse identità affettive all’interno della relazione umana. Quella tra Yuri e Agostino è una relazione tossica, fatta di bisogni, necessità, dipendenza dall’altro. È una gabbia da cui non si vuole uscire, rubando le parole al regista.

Recensione di Giorgio Armadori tratta da Sentieri Selvaggi

 

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