Spencer
Biografico | Germania, Regno Unito | 2021 | 111 min | TSpencer. Il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse.
Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.
«Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato.» - Pablo Larraín
«Dopo Jackie ed Ema, Larraín continua la sua galleria di protagoniste femminili, reali (in tutti i sensi) o inventate. E trova nella scrittura di Steven Knight un equilibrio decisamente maggiore rispetto agli ultimi film, sempre più inclini alla complessità compositiva e al rischio del groviglio. Ed è un equilibrio che si riflette in una regia che sembra tendere alla linearità, alla misura, all’eleganza compositiva. Come una specie di danza giocata sui cromatismi della fotografia di Claire Mathon, sui movimenti sinuosi e armonici delle carrellate, delle riprese aeree leggere, sulla musica “orchestrale” di Jonny Greenwood. Sì, ci sono le visioni della protagonista, i ricordi che irrompono, gli spaventapasseri riemersi dal passato, i fantasmi personali e quelli della storia patria che si aggirano per le stanze di Sandrigham. Come Anna Bolena, la moglie di Enrico VIII che fu fatta uccidere dal re, per far posto a Jane Seymour. Precedente macabro… E tutto contribuisce a una sensazione di leggera follia, non certo gioiosa. C’è l’immaginazione che ricama sul non detto della vita pubblica e che manda deliberatamente all’aria la convenzione del biopic, nonostante l’esattezza di fondo della cornice e dei caratteri. Ma il film resta comunque saldo, piantato con i piedi a terra, conseguenziale.» - Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi