The Connection
Drammatico | USA | 1962 | 110 minGli orari sono indicativi, puoi vedere il film in qualsiasi momento della giornata. Entra in sala direttamente dal nostro sito, una volta acquistato il biglietto hai 72 ore per vedere il film.
The Connection. Lungometraggio d’esordio di una delle film maker più influenti del New American Cinema, The Connection è considerato oggi una pietra miliare del cinema indipendente, eppure all’epoca ebbe vita travagliata.
Acclamato al Festival di Cannes nel 1961, dove vinse il Premio della Critica, fu censurato negli Stati Uniti per linguaggio “osceno”. Tuttavia, come affermò Judith Malina che con il Living Theatre mise in scena la pièce di Jack Gelber a Off-Broadway nel 1959, “The Connection non è uno spettacolo sulla droga, ma sul senso di angoscia e di dipendenza che appartiene a tutti noi”.
Nell’adattamento cinematografico di Shirley Clarke un gruppo di eroinomani, tra cui un quartetto di jazzisti, attendono l’arrivo del “contatto”, il pusher Cowboy, in un appartamento del Greenwich Village di New York. Nel frattempo un regista e un cameraman tentano di girare un documentario “onesto e umano” sulla vita dei tossici finendo per essere coinvolti nell’azione.
Come dichiarano le prime sequenze del film, ciò che viene presentato al pubblico è un assemblaggio di filmati girati dall’operatore. The Connection è una brillante opera metacinematografica nella quale Shirley arke mette in discussione le nozioni stesse del cinéma-vérité riprendendo un gruppo di spostati, nel film come nella vita, a ritmo di jazz.
« Per anni mi sono sentita un’emarginata, perciò mi identificavo con i problemi delle minoranze. Pensavo fosse più importante essere una specie di dannato tossico alienato piuttosto che una donna alienata che non si sente parte del mondo e vorrebbe esserlo» (Shirley Clarke)
«(…) una delle tante ragioni per cui i film di Shirley Clarke conservano ancora oggi il valore artistico e sociale che hanno è perché sono il risultato di un’intelligenza capace di partire da sé, dalle proprie domande e sensazioni, dalla propria alienazione per andare verso gli altri, comprenderne il vissuto, interrogarlo, approfondirlo e mettersi in contatto con altre forme di alienazione. Il suo cinema merita dunque di essere ri-scoperto e studiato con attenzione.» (Silvia Nugara, Cultframe.it)
«Bisogna dire grazie all’eccellente lavoro di Reading Bloom e quindi della sua creatrice, Maria Letizia Gatti, perché di questi tempi non è affatto facile portare sui grandi schermi italiani un cinema come quello di Shirley Clarke (1919-1997) – in generale, per usare un eufemismo, non è facile fare quello che lei fa, la distributrice di un cinema del genere in un sistema come il nostro. » (Gianluca Pulsoni, Il Manifesto – Alias)
Gli orari sono indicativi, puoi vedere il film in qualsiasi momento della giornata. Entra in sala direttamente dal nostro sito, una volta acquistato il biglietto hai 72 ore per vedere il film.