The Great Buster. Bogdanovich-Keaton è con la risignificazione di un nome che celebriamo l’opera di uno dei più grandi artisti del 900. Partendo dal doc omaggio realizzato da Peter Bogdanovich, tre settimane di eventi dedicati a Buster Keaton.
Un’attenta ricostruzione biografica e una puntuale analisi critica dell’opera e della vita di Buster Keaton. Ma soprattutto un omaggio affezionato firmato da uno dei maestri della New Hollywood, Peter Bogdanovich. È attraverso la sua voce, e quella di molti altri (da Orson Welles a Quentin Tarantino), che ripercorriamo la carriera del geniale comico dall’espressione impassibile, dalle origini fino alla malinconica parabola discendente, accompagnati dalle immagini dei suoi film e dalle sue gag surreali e irresistibili.
Un’attenta ricostruzione biografica e una puntuale analisi critica dell’opera e della vita di Buster Keaton. Ma soprattutto un omaggio affezionato firmato da uno dei maestri della New Hollywood, Peter Bogdanovich. È attraverso la sua voce, e quella di molti altri (da Orson Welles a Quentin Tarantino), che ripercorriamo la carriera del geniale comico dall’espressione impassibile, dalle origini fino alla malinconica parabola discendente, accompagnati dalle immagini dei suoi film e dalle sue gag surreali e irresistibili.
Capita che il distributore pubblicitario di Steamboat Bill va da Joe Schenck, il mio cosiddetto produttore, e gli dice: “Keaton non può girare la sequenza dell’alluvione perché abbiamo tutti gli anni delle alluvioni e troppa gente perde la vita. È troppo doloroso metterla sul ridere”. Allora Schenck mi disse: “Non puoi fare l’alluvione”. Gli risposi: “Strano, perché Chaplin durante la Grande Guerra fece un film chiamato Shoulder Arms, che fu il più grande successo di cassetta di quell’epoca. È impossibile pensare a un cataclisma peggiore della Grande Guerra; ebbene, Chaplin fece con quello il suo più grande film comico”. Schenck disse: “Oh, ma è un’altra cosa”. Non so perché fosse un’altra cosa. Allora gli domandai se andava bene che io facessi un ciclone: e lui fu d’accordo, disse che era meglio. Ora, lui non lo sapeva, ma negli Stati Uniti i cicloni e gli uragani fanno un numero di vittime quattro volte superiore alle alluvioni. Tutto stava bene visto che non lo sapeva, e così andai avanti coi miei collaboratori e feci il ciclone. Buster Keaton
a seguire:
COPS “Poliziotti” di Buster Keaton e Eddie Cline (USA / 1922 / 20 min)
La lavorazione di Cops iniziò poco prima del secondo processo Arbuckle, cosa che secondo molti rese il film più cupo di quanto non fosse nel progetto iniziale di Keaton. Pur armato delle migliori intenzioni, il suo personaggio scivola progressivamente in una spirale kafkiana di colpevolezza alla quale, sul finire, sembra non avere più la forza di opporsi, scegliendo di lasciarsi ‘inghiottire’ dai cancelli del commissariato di polizia. L’ultima sequenza, in cui Buster è inseguito da una “moltiplicazione terribile di poliziotti invadenti e vendicativi che anneriscono lo schermo col loro pullulare”, resta tra le più celebri e immediatamente riconoscibili della storia del cinema.
mercoledì 7/12 ore 21:30
Sherlock Jr. era ben altro che un film comico pieno di numeri acrobatici. Molti lo considerano il capolavoro di Keaton. Intitolato originalmente The Misfit, il film era un esercizio di fantasia basato sul grande amore che Keaton provava per il cinema.
Ambientato parzialmente in una sala cinematografica, vede Keaton nel ruolo di un proiezionista che sogna di diventare un grande investigatore. Keaton è anche innamorato di una ragazza a cui regala fiori e cioccolatini, ma deve fare i conti con un rivale, l’affascinate Ward Crane, capace di regalare più fiori e più cioccolatini di lui. Ward Crane commette un furto di cui viene incolpato Buster. Cacciato via dalla casa della ragazza, si dirige verso il cinema in cui lavora. Dopo aver messo in moto il proiettore, si addormenta. A quel punto si sdoppia, il secondo Keaton scende in sala ed entra direttamente nello schermo. Un personaggio del film che è in proiezione, interpretato da Joe Keaton, lo caccia via a calci. Ma lui ritorna su ostinato e si trova in mezzo una serie stupefacente di scene sempre diverse.
“Quello è tutto il succo del film, il motivo per cui l’ho fatto” dichiarò Keaton. “Quella situazione e solo quella. Per il resto ho solo cercato di mettere in relazione i personaggi che si vedevano sullo schermo con quelli del mio film e attorno a questi ho costruito una trama. Fare in modo che tutto funzionasse, poi, è stato un altro problema. Quando il film uscì tutti i direttori della fotografia di Hollywood passarono notti insonni a riguardarlo per capire come avevamo realizzato certe scene”. Kevin Brownlow
One Week è probabilmente il primo capolavoro di Keaton e uno dei migliori cortometraggi della storia del cinema. Dopo soli quindici film interpretati in tandem con Roscoe ‘Fatty’ Arbuckle tra il 1917 e il 1920, lo stile visivo, il raffinato senso della comicità, la straordinaria inventiva e l’istinto d’attore di Keaton sembrano aver già raggiunto la perfezione. “Sorbirsi decine di comiche del muto e poi imbattersi in One Week è come vedere qualcosa che nessun uomo riesce mai a vedere: un giardino mentre fiorisce”, scrisse un critico. Nel rievocare la parabola ascendente della sua carriera in molti sostengono che diversamente da Chaplin, che perseguì con tenacia la sua libertà artistica, Keaton non lottò mai per raggiungere l’indipendenza, e se Joseph Schenck non fosse riuscito a piazzare Fatty Arbuckle alla Paramount, e non gli avesse proposto di creare la Buster Keaton Comedies, la storia sarebbe andata diversamente. Eppure il talento prorompente di Keaton e la rapidità con cui si impadronì del mezzo cinematografico dovevano ormai essere evidenti a tutti. Cecilia Cenciarelli
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