Touch me not
Drammatico | Romania, Germania, Repubblica ceca, Bulgaria, Francia | 2018 | 125 minTouch me not. Film d'esordio della regista rumena Adina Pintilie, Orso d'Oro alla Berlinale nel 2018.
Non è certo un automatismo che quanto piaccia alla critica venga apprezzato, e premiato, da una giuria di un grande festival internazionale. Recentemente è frequentemente vero il contrario; ma a nostra memoria mai c’è stata una tale distanza fra un film vincitore, in questo caso dell’Orso d’oro alla Berlinale 2018, e le stroncature quasi unanime su giornali e web, almeno italiani. L’opera capace di tutto ciò, e quindi in grado di ottenere in pieno il suo principale obiettivo programmatico, è l’esordio della rumena Adina Pintilie, solo omonima del celebre Lucian, Touch Me Not. Fin dal titolo intuiamo la volontà di provocare dell’esordiente, che gioca costantemente, anche nelle sue dichiarazioni, su quanto il film sia un documentario, quindi realtà, e quanto messa in scena. “Dimmi come hai amato, così che possa capire come amare”, dice all’inizio del film una voce, quando ci viene svelata una donna cinquantenne, alle prese con un suo percorso di recupero del piacere, mentre una regista sfonda la quarta parete e si rivolge allo spettatore mentre prepara una macchina da presa. L’intimità, per definizione “la sfera dei sentimenti e degli affetti più gelosamente custodita contro la curiosità e l’indiscrezione altrui”, qui viene violata dalla presenza costantemente ribadita di un terzo sguardo, quello della messa in scena stessa. Il che fa perdere senso e immedesimazione, con cinica freddezza, alla serie di tentativi, della donna in questione e poi di altri personaggi, di provare un piacere di cui però hanno anche molta paura. Il tutto, ci ricorda la regista, “per violare meccanismi di difesa e tabù, per essere finalmente liberi”.