Tutto può accadere a Brodway
Commedia | USA | 2014 | 93 minTutto può accadere a Brodway. L'ultimo film di Peter Bogdanovich è divertimento allo stato puro. Una commedia geniale e dissacrante sui vizi e le virtù della società dello spettacolo. Isabella “Izzy” Patterson (Imogen Poots) è una giovane squillo che aspira a diventare attrice. O piuttosto una giovane attrice che si arrangia a sbarcare il lunario. Una notte s’imbatte in Arnold Albertson (Owen Wilson), affermato regista con passioni da filantropo. Arnold le offre 30.000$ per coltivare i suoi sogni e realizzare se stessa. Si innesca così una girandola di eventi inaspettati ed incredibili equivoci che cambieranno la vita di tutte le persone che Izzy conosce, dalla sua stralunata psicanalista (Jennifer Aniston) fino ad un misterioso detective (George Morforgen).
Peter Bogdanovich, maestro indiscusso e cinefilo eccellente, cammina in solitaria da quasi cinquant’anni, infilando salite e discese sul sentiero fisso del piacere di fare cinema e di ricordarne l’età dell’oro. Ma attenzione. “Memory is not a videocamera”, fa dire alla sua protagonista in questo film: il ricordo non è una replica scientifica e irregimentata, nel ricordo convivono la libertà, l’errore, la distanza che tutto abbellisce e perdona. Esattamente come piace a Isabella, che ama sostituire il termine “escort” con “musa”, credere (ancora) che andare a teatro voglia dire farsi sorprendere, e che il finale non sia un buon finale se non lo si spruzza con un po’ di rosa.
Uso da sempre a “ripresentare” il rétro (nel senso di riportarlo al presente più che di ringiovanirlo), Bogdanovich sembra qui recuperare soprattutto da un passato abbastanza recente (ma a sua volta carico di memoria cinematografica) qual è quello del miglior Woody Allen, riprendendone l’attore, i personaggi, la struttura del racconto a flashbacks, il gioco dell’arte che imita la vita che imita l’arte…
Imogen Potts, novella dea dell’amore, e Jennifer Aniston, meravigliosamente “svitata”, conducono una corsa che, specie nella prima parte, è divertimento puro e culmina nell’unità di luogo e di tempo della scena del ristorante. Nel seguito, il gomitolo si allenta, ma il sorriso non si spegne.