Villetta con ospiti. Una splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del nord Italia. Di giorno le virtù, di notte i vizi. Dopo I nostri ragazzi Ivano De Matteo torna a parlare della tracotanza dei ricchi ai quali è consentita ogni debolezza: e infatti affibbia a ognuno di questi personaggi un vizio capitale con cui l’interessato convive pacificamente.
In un paese non meglio identificato del Nordest italiano una famiglia altoborghese fa il bello e il cattivo tempo. L’erede della fortuna famigliare, Diletta, è una donna fragile che cerca di dare un senso alla sua vita impegnandosi in cause che vedono protagonista don Carlo, il prete con un debole per le parrocchiane. Suo marito Giorgio, romano, le è infedele e approfitta delle ricchezze della moglie a scapito dell’azienda di famiglia. La figlia Beatrice è un’adolescente arrabbiata, e la nonna è severa e taccagna. Intorno a loro si aggirano un poliziotto napoletano corrotto, un medico venduto e una famiglia di immigrati rumeni: Sonja, cameriera della famiglia altoborghese, il fratello Ilia, che traffica in affari loschi, e il figlio Adrian, combattuto fra l’onestà della madre e la furbizia dello zio.
Anche il prete, il medico e il poliziotto, che simboleggiano l’autorità costituita, sono peccatori irredenti, e la loro interazione con la famiglia al centro della storia è improntata all’opportunismo e alla compiacenza. Manca solo il politico locale, ma il pensiero dominante in quell’area geografica è ampiamente rappresentato.