PROGRAMMAZIONE CONCLUSA
Lorna Tucker
Un film di Lorna Tucker. Con Vivienne Westwood, Andreas Kronthaler, Peppe Lorefice, Christopher Di Pietro, Joe Corré.
Titolo originale Westwood - Punk. Icon. Activist.. Documentario, durata 78 min min, colore - Gran Bretagna, 2018 - Wanted Cinema.

Westwood. Punk. Icona. Attivista. Il primo film che prova a raccontare la straordinaria storia di una delle grandi icone del nostro tempo, mentre combatte per mantenere l’integrità del suo marchio, i suoi principi e la sua eredità.

Per tre anni la creatrice del punk Vivianne Westwood viene filmata da Lorna Tucker, ex modella al suo primo lungometraggio dopo un’esperienza di video musicali. Sgombriamo subito il campo dalle aspettative: all’eccentrica signora nata nel 1941 non interessa ripercorrere per l’ennesima volta l’avventura rivoluzionaria vissuta con Malcolm McLaren (suo secondo compagno, manager musicale dei New York Dolls e poi inventore dei Sex Pistols) e partner, da inizio anni ’70, nella diffusione di quell’estetica iconica, fatta di lamette e occhi truccati, svastiche e croci, simboli anarchici, jeans e t-shirt tagliati e spille da balia.

A settant’anni inoltrati la curiosità per il futuro le si legge ancora negli occhi azzurrissimi, quelli di chi crede che disegnare vestiti sia non solo un lavoro ma un modo di raccontare una storia e insieme trasformare, spingere all’azione chi li indossa. Anche nell’impegnarsi per una causa.

Nel terzo millennio Vivienne Westwood non vuole accomodarsi sugli allori di quella stagione in cui sputare in faccia all’establishment e suonare musica lo-fi andavano di pari passo. Piuttosto, cerca di evolversi, mantenendo per quanto è possibile il controllo di un’azienda in lotta costante tra le esigenze di qualità e indipendenza originarie e quelle del marketing e delle aperture di flagship store in tutto il mondo.

Insofferente anche da anziana agli interni vellutati designati come set per l’intervista, la protagonista riluttante, così come il suo compagno e socio creativo Andreas Konthaler, concede d’altra parte molta libertà di movimento alla filmmaker. Il lato molto positivo è che il vasto archivio e l’accesso alla factory consente di godere della fantasia delle sue spettacolari, provocatorie collezioni, che hanno la loro cifra distintiva nel contrasto tra elementi apparentemente inconciliabili. Manifestazioni del bizzarro che ormai fanno parte della storia culturale britannica (“L’Inghilterra è il Paese degli esibizionisti”, sosteneva McLaren), tra motivi pirateschi e di costume sette-ottocentesco, new romantic e stregoneria, asimmetrie, stratificazioni ed elementi grafici, in piccola parte già conservati in una sezione del Victoria & Albert Museum di Londra.